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La Cina mi sembra essere la sola grande civiltà che si è sviluppata al di fuori del pensiero europeo. Al di fuori della nostra lingua […] e della nostra storia […]. Il vantaggio teorico di passare per la Cina è rappresentato dal fatto che essa offre un altrove distante dai nostri punti di riferimento.

 

Prendo in prestito le parole del filosofo F. Jullien per esprimere la ricchezza che il confronto cinese mi offre. Un luogo dove ogni aspetto è “altro” da quello che sono, la cui alterità ha messo in discussione ciò che ritenevo – quasi – universale. Un interruttore acceso su quel che di “impensato” c’è nel mio e nel nostro pensiero, permettendomi d’interrogarlo e, in ultima analisi, di avere uno sguardo diverso sul mio agire e sul mondo.

 

CLES-CINA i miei punti di riferimento i cui estremi sono il principio di una strada verso maggior chiarezza. Costruire un ponte fra i due significa apprendere l’inesplorato (Cina) capace di smuovere e rinnovare lo spirito-pensiero da cui provengo (Cles).

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